Per gli appassionati del mondo dei droni, il 1° gennaio 2024 è una data molto attesa, ma con un certo timore. Infatti dopo il 31 dicembre 2023, la maggior parte dei droni venduti nei paesi interessati dall’Agenzia europea per la sicurezza aerea (EASA) avranno la marcatura CE, divisa in cinque categorie per i droni Open: C0, C1, C2, C3, C4.
Il Regolamento di Esecuzione (UE) 2019/947 del 24 maggio 2019 e successive modifiche permetterebbe ai vecchi droni di volare anche senza marchiatura, ma declassati. Attualmente quasi la totalità dei droni in circolazione e in vendita non ha la marcatura e quindi l’applicazione letterale dell’attuale Regolamento di Esecuzione (UE) 2019/947 andrebbe a imporre fortissime limitazioni.
Un esempio fra tanti: il mio Mavic Air2, con un peso di poco oltre i 500 grammi, senza marcatura non potrà più volare in A1 ma solo in A3.
Personalmente ho provato anche a contattare la DJI attraverso la comodissima CHAT e la risposta sostanzialmente è stata questa: “…ancora non ci è stato comunicato nulla a riguardo ma possibile che non riceva la retromarcatura C1”.
Davvero un peccato considerando la qualità e la precisione di manovra di tale drone (che non ha nulla da invidiare a quelli recentemente usciti in commercio). E come per il Mavic air2 così anche per gli altri…
Ci chiediamo tutti perché una ditta seria come la DJI non provveda a una retromarcatura, ma le ragioni commerciali sono di sicuro un motivo importante.
Fonti interne ad EASA hanno recentemente tranquillizzato e annunciato che l’ente europeo porrà ufficialmente rimedio alla confusione attualmente in essere sull’argomento.
Nel frattempo continuiamo a sperare e attendiamo fiduciosi le decisioni dell’Unione Europea…